RITRATTI DAL MONDO

La fotografia come emozione

“Con questo lavoro ho voluto ritrarre i diversi volti di persone che ho incontrato nei miei viaggi in diversi paesi per coglierne gli aspetti umani. E’ un genere di fotografia che ritengo interessante perché evidenzia come un volto può raccontare la vita che ogni persona conduce. Mi piace ripensare a come queste persone vivono e i miei scatti hanno voluto cogliere la bellezza di questi volti nei momenti più semplici della loro vita quotidiana, con il trucco o senza trucco, vestiti a festa o con abiti da lavoro, ma con i segni del loro vissuto. Volti che comunicano fatica, sofferenza, serenità, stili di vita orgogliosamente ostentati, espressioni piene di umanità e di spiritualità. A volte proprio questi volti che ho fotografato mi hanno portato a dimenticare persino dove mi trovavo, colpito soprattutto dalla povertà in cui vive molta gente. Persone povere, ma ricche di dignità e di fierezza, di ancestrale nobiltà. Sguardi profondi, mai indifferenti, incorniciati in sembianze segnate dalle difficoltà della vita. Ma soprattutto tanto colore: negli abiti, negli sguardi, come un inno alla vita”. Queste sono parole di Franco Arcangeli. Per lui l’obiettivo non è un mezzo, ma una parte di se stesso, il diretto e naturale prolungamento dell’occhio. Ma un occhio particolare: non vede soltanto ma scruta, interiorizza, interpreta la natura umana e i suoi messaggi, anche quelli più segreti, nascosti in uno sguardo, in un sorriso, in un gesto, in due labbra che sfiorano un’armonica, e ancora in una barba bianca e fluente, un ammiccare malizioso, un bambino che piange e un altro con un’espressione meravigliata; e poi un viso pensoso, lunghe trecce nere affacciate a una finestra, pelli brune riarse dal sole, vecchi musicisti di strada, ornamenti e colori, tatuaggi e disegni…. Sono ritratti, certo, che però non si limitano a ciò che si può vedere, perciò è ben intuibile che l’artista ha cercato non la curiosità etnografica, o perlomeno non solo quella, ma l’intimità delle anime del mondo sorprese nel loro affiorare sul volto. E con i ritratti Arcangeli conferma proprio questa sua visione del mondo in profondità, il visibile è quasi una scusa per sollevare quei veli che spesso impediscono all’uomo di ritrovare se stesso nella natura e nei suoi simili. Viaggi nell’ignoto, quelli di Arcangeli, un ignoto di culture plurimillenarie che poi ha conosciuto e rivelato con un clic, dai bambini onduregni, maldiviani, brasiliani, maghrebini, a personaggi del Perù e dell’Indonesia, ai beduini dell’Egitto, dai Masai del Kenia e della Tanzania alle donne birmane Kayan, dalle giovani Rajput indiane ai vecchi biancobarbuti del Canada, dalle fumatrici amerinde alle guardie reali inglesi… Arcangeli non vede le cose, le sente, non sono solo visioni ma emozioni, non solo stampe, ma impressioni. Ogni scatto risponde a un moto intimo di meraviglia, di stupore atavico di fronte a solitudini immense, laddove il rapporto fra le anime del mondo è pervaso di poesia ineffabile. Le fotografie dei paesaggi, per esempio, non sono tali, ma quadri che in un crescendo spirituale raggiungono l’astrazione, quando si fa evidente che le immagini sono anche racconti, suoni, profumi, frasi da decifrare con la grammatica dei sensi.

Giancarlo Gaggiotti

LA FIORITURA

“La fioritura” è un libro fotografico con vedute e scorci delle immagini che Franco Arcangeli, amante della fotografia, ha scattato in diversi anni presso l’altopiano di Castelluccio di Norcia denominato Pian Grande. Il volume, è stato patrocinato dalla Regione Umbria, dalla Provincia di Perugia e dal Comune di Norcia. Castelluccio di Norcia è testimone del miracolo cromatico naturale che si ripete ogni anno nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il paesaggio sembra rappresentare il movimento
pittorico impressionista dove vengono esaltati luce e colore. Distese di campi si tingono, mutando colori e toni, con il susseguirsi dello sbocciare di diverse specie floreali che variano dal giallo della rapa selvatica, al bianco della lenticchia, al rosso del papavero, all’azzurro del fiordaliso, al blu intenso del ciclamino. Le vedute e gli scorci delle immagini proposte vogliono rappresentare il miracolo degli scenari che la natura ogni anno regala a questa terra.

Castelluccio of Norcia is the real witness of the chromatic miracle recurring each year in the Monti Sibillini National Park. The scenery seems to represent an impressionist pictorial movement where light and colour are enhanced.An expanse of fields dye, changing colours and shades. Different species of flowers go from the yellow of wild turnip, to the red of poppy, from the white of lentil, to the to the deep blue of cyclamen and bluebottle.The views and foreshortenings of my pictures claim to represent the miracle of the landscapes that nature offers to this land each year.

pubblicazionifranco arcangeli